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Archive for novembre 2012

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Giovedì 29 novembre alle ore 21, presso il Piccolo Spazio Interculturale di via Caccia 5, prosegue il percorso attraverso la poesia e la narrativa italiana del ‘900 con l’ultimo appuntamento della serie. Questa settimana ci si avvicinerà ad Andrea Zanzotto, Carlo Emilio Gadda e Tommaso Landolfi attraverso l’appassionata analisi di Luigi Villa Freddi.
Zanzotto, nato a Pieve di Soligo nel 1921 e laureatosi in lettere all’università di Padova nel 1942, è unanimemente considerato dalla critica come uno dei più importanti poeti del secondo Novecento.ù
Nelle sue prime opere, Dietro il paesaggio (Mondadori Milano 1951), Elegia ed altri versi (La Meridiana Milano, 1954), Vocativo( Mondadori, Milano1957), Zanzotto ritorna con continua passione sui fiumi, sui boschi, sui cieli, sulle stagioni dell’amata campagna veneta, esprimendone l’estasiata scoperta attraverso una parola che si fa creazione di analogie e alfabeti metafisici, di tracce dell’assoluto, di verità ricavate e rivelate da nomi e apparenze, mentre il soggetto, ricondotto totalmente al gioco linguistico che lo crea e lo distrugge, è al centro di un’angoscia cosmica di ascendenza leopardiana (cit. www.ilportoritrovato.net)
Gadda è tra i massimi innovatori della narrativa novecentesca, sperimentò uno stile linguistico che fonde in sé lingua nazionale, forme dialettali e usi gergali.
Ambiguo, sfuggente, dissacratore, beffardo, antiborghese, era invece Tommaso Landolfi, scrittore fuori da ogni scuola di pensiero.
Luigi Villa Freddi è editor della Casa Editrice Lampi di Stampa del gruppo Messaggerie, poeta e romanziere egli stesso,
L’incontro è ad ingresso gratuito
Per informazioni: serydarth@yahoo.it o 338.3026884.

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Giovedì 15 novembre alle ore 21, presso il Piccolo Spazio Interculturale di via Caccia 5, prosegue il percorso attraverso la poesia e la narrativa italiana del ‘900. Dopo aver analizzato, durante l’aoountamento della scorsa settimana, gli autori e le poesie di autori fondamentali come Saba, Rebora, Ungaretti e Campana, questa settimana ci si avvicinerà a Eugenio Montale e Salvatore Quasimodo attraverso l’appassionata analisi di Luigi Villa Freddi.
Montale, nato a Genova nel 1896, trascorre l’infanzia tra la sua città natale e Monterosso, luoghi che gli offriranno una fonte di ispirazione per le sue opere. Sarà sempre un uomo schivo e distaccato e, nonostante il suo presentarsi non come letterato professionale ma come uomo comune che scrive solo per sé stesso, diverrà uno dei poeti più rappresentativi del ’900, tanto da ricevere, nel 1975, il premio Nobel per la letteratura. La spontaneità è, dunque, il carattere che della sua poesia l’autore vuole sottolineare, come risulta dall’ “Intervista Immaginaria” , pubblicata nel 1946 “Le mie poesie sono funghi nati spontaneamente in un bosco; sono stati raccolti, mangiati”. (cit. www.letteratura.it)
Tu chiedi se così tutto vanisce
in questa poca nebbia di memorie;
se nell’ora che torpe o nel sospiro
del frangente si compie ogni destino.
Vorrei dirti che no, che ti s’appressa
l’ora che passerai di là dal tempo;
forse solo chi vuole s’infinita,
e questo tu potrai, chissà, non io.

(da Casa sul Mare)
Salvatore Quasimodo figura tra i maggiori interpreti della condizione dell’uomo moderno. Egli svolse una funzione significativa nella letteratura del Novecento, come dimostrano i numerosi riconoscimenti a lui tributati dalla cultura internazionale, che culminarono nel 1959 con l’assegnazione del premio Nobel per la letteratura. Nella sua opera letteraria egli rivelò il suo carattere pensoso e profondamente umano e nello stesso tempo giunse, attraverso un itinerario ricco di svolte e di approfondimenti, a soluzioni originali e ricche sul piano intellettuale ed artistico. Nelle prime raccolte Acque e terre (1930) e Ed è subito sera (1942) Quasimodo sviluppò i temi connessi con la solitudine, con lo sradicamento dell’uomo, che egli individuava anche nella sua personale condizione di esule profondamente legato al mondo della sua infanzia, ossia ad una dimensione di bontà e di sanità non più raggiungibile. (cit. www.classicitaliani.it)
Ed ecco sul tronco
si rompono le gemme:
un verde più nuovo dell’erba
che il cuore riposa:
il tronco pareva già morto,
piegato sul fosso.
E tutto sa di miracolo;
e sono quell’acqua di nube
che oggi rispecchia nei fossi
più azzurro il suo pezzo di cielo,
quel verde che spacca la scorza
che pure stanotte non c’era.
(Specchio)
Luigi Villa Freddi è editor della Casa Editrice Lampi di Stampa del gruppo Messaggerie, poeta e romanziere egli stesso.
L’incontro è ad ingresso gratuito
Per informazioni: serydarth@yahoo.it o 338.3026884.

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Sabato 17 novembre, dalle ore 9 alle ore 13.30, torna l’appuntamento con le “Colazioni d’Italia” presso il Piccolo Spazio Interculturale di via Caccia 5 a Casale Monferrato. Il viaggio di degustazione delle colazioni preparate in concomitanza e con i prodotti de “Il Paniere“, il mercatino di Piazza Mazzini, prosegue tra le regioni del centro Italia e questo mese tocca all’Umbria.
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Con sottofondo di musica tradizionale (e non) umbra, si potranno assaggiare:
  • Panzanella
  • Crescionda di Spoleto
  • Caffè o te
La panzanella, chiamata anche pansanella o panmolle o panmòllo, è un piatto tipico dell’Italia centrale, La ricetta originale prevede pane raffermo, cipolla rossa, basilico, il tutto condito con olio, aceto e sale. La versione umbra differisce perché le fette di pane raffermo vengono bagnate ma non sbriciolate e gli altri ingredienti posti sopra come si trattasse di una bruschetta.
https://i0.wp.com/farm5.static.flickr.com/4068/4635440389_3ef21f8950.jpgDolce tipico di Spoleto, da cui il nome, la crescionda invece è un dolce dall’aspetto scurissimo a base di uova, cacao, latte, ed amaretti. Nelle ricette più antiche, era presente anche il brodo di gallina; questo rivela una probabile origine medioevale.
Per partecipare alla colazione non è necessario prenotare. Verrà suggerito un contributo di sottoscrizione di 4€.
Per informazioni: 349.5250560 o serydarth@yahoo.it

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Giovedì 15 novembre alle ore 21, presso il Piccolo Spazio Interculturale di via Caccia 5, prosegue il percorso attraverso la poesia e la narrativa italiana del ‘900. Dopo aver analizzato, durante il primo appuntamento, gli autori fondamentali come Pascoli, D’Annunzio e Pirandello, questa settimana ci si avvicinerà alla poesia di Clemente Rebora e Guido Campana attraverso l’appassionata analisi di Luigi Villa Freddi che ha incantato i presenti al primo incontro, coinvolgendoli con le opere degli autori e i racconti della loro vita privata attraverso anche la lettura di brani e poesie recitate in maniera sorprendente.
Clemente Rebora nacque a Milano nel 1885. Educato laicamente secondo i principi mazziniani, visse una giovinezza inquieta alla ricerca di una dimensione trascendente raggiunta (dopo la prima guerra mondiale) nell’ordine rosminiano. Sacerdote dal 1936, si isolò completamente dalla vita culturale tornando alla poesia negli ultimi anni prima di una dolorosa infermità. (cit. www.letteratura.it)
Fra quattro mura / Stupefatte di spazio / Più che un deserto /
Non aspetto nessuno: / Ma deve venire, / verrà, se resisto /
A sbocciare non visto … / Verrà, forse già viene / Il suo bisbiglio
.
(dai Canti anonimi)
Dino Campana è poeta visionario, allucinato, pazzo,orfico, vagabondo,mediterraneo. Così è stato definito spesso dai critici letterari, anche se nessuna di queste definizioni, perché limitano in un ambito troppo angusto la materia dell’arte, è in grado di illuminare chiaramente la vita e la poesia di questo autore vissuto a cavallo fra i due secoli.Campana non si lascia comprendere a pieno né classificare. La sua poesia è moderna ma tuttavia piena di richiami a D’ Annunzio, a Leopardi e ai classici.La sua lingua poetica sconvolge l’ordine sintattico in vari modi, anche mescolando lingue diverse, producendo valanghe di versi la cui coerenza sintattica si ottiene solo sacrificando ogni plausibile significato. Ma Campana è attentissimo conoscitore delle regole che sconvolge, il culto che nutre per la perfezione filologica è testimoniato dalla tragicità con cui visse la perdita del suo manoscritto, Il più lungo giorno,che dovette ricostruire a memoria per formare la sua opera, i Canti Orfici. (cit. www.letteratura.it)
Pace non cerco, guerra non sopporto
Tranquillo e solo vo pel mondo in sogno
Pieno di canti soffocati. Agogno
La nebbia ed il silenzio in un gran porto.
(da Poesia facile, in Quaderno)
Luigi Villa Freddi è editor della Casa Editrice Lampi di Stampa del gruppo Messaggerie (e non del Gruppo Garzanti Longanesi come erroneamente scritto nel comunicato precedente) poeta e romanziere egli stesso.
L’incontro è ad ingresso gratuito
Per informazioni: serydarth@yahoo.it o 338.3026884.

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In considerazione del fatto che lettori vecchi e nuovi hanno lamentato la difficoltà di individuare i libri più importanti da leggersi, tralasciando quelli che decisamente vengono in seconda o terza battuta, l’Associazione Serydarth ha il piacere di ospitare Luigi Villa Freddi editor della Casa Editrice Lampi di Stampa (gruppo Garzanti-Longanesi) poeta e romanziere egli stesso, che traccerà un percorso attraverso la poesia e la narrativa italiana del ‘900, capace di indicare quei libri assolutamente imperdibili che diano vita ad un affresco della letteratura del secolo appena trascorso.
Gli incontri saranno quattro, a cadenza settimanale e ad ingresso gratuito, a partire dall’8 novembre alle ore 21, e per tutti i giovedì di novembre. Si terranno nel “salotto” del Piccolo Spazio Interculturale di Via Caccia 5 a Casale Monferrato.
https://serydarth.wordpress.com/wp-content/uploads/2012/11/luigi-villa-freddi.jpgLuigi Villa Freddi è nato nel 1949 a Casale Monferrato ed è vissuto per più di vent’anni a Milano. Si è laureato in Lettere Moderne alla Università Statale di Milano con una tesi di Critica d’Arte sugli scritti di Umberto Boccioni. In poesia ha pubblicato: VARIAZIONI SU LA NOTTE, Milano, 1985, ed. Crepuscule, con una prefazione di Giovanni Raboni, finalista al premio Camaiore, nella sezione Proposta, per l’opera prima. LA SPINA VELENOSA, s.i.l., ed. Borromini Arte, con una prefazione di Tomaso Kemeny e immagini del pittore Paolo Baratella, terzo classificato al Premio Nazionale Delta Poesia a Rosalina di Rovigo. APPUNTI PER UN CANZONIERE, Bergamo, 2011, Signum Edizioni d’Arte, con immagini del pittore Giulio Astengo. In prosa ha pubblicato: COLOTT’IS BAND, Milano, 2004, ed. Lampi di Stampa. COME IN UNA STANZA BUIA, Milano, 2006, ed Lampi di Stampa. LA’ DOVE LA LUCE E’ PIU’ FORTE, Milano, 2008, ed Lampi di Stampa, con lo pseudonimo di Olivier Cros. Ha inoltre collaborato in qualità di critico musicale dal 1978 al 1986 con la rivista MUSICA JAZZ, collaborazione ripresa lel 2012. Attualmente collabora con la Casa Editrice Lampi di Stampa in qualità di consulente e dirige la collana POESIA.
Per informazioni: serydarth@yahoo.it o 338.3026884

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